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"...viene il mattino Azzurro"

Per Aspera ad Astra | Per le asperità alle stelle

​Con Tiziana Tricarico e Simone Lampis
Luci: Marcello D’Agostino
Regia: Mario Barzaghi

“Per le asperità alle stelle”
Definire la pazzia è molto difficile, si apre uno spazio immenso delimitato dalla sofferenza e dalla furia.

L’occidente ogni giorno celebra sul suo altare la messa alla velocità, ma chi lavora in occidente è prigioniero dello spazio ridotto in cui svolge il proprio quotidiano: perché costruire auto-mobili restando fermo? Esiste una frattura fra la società e l’individuo, tra due punti di vista: chi vuole conformare e chi si ribella al conformismo.
Lo spettacolo tratta delle persone sregolate che avvertono la vita in modo magmatico, che si ribellano, che amano in modo sgangherato e che, pur essendo state trattate violentemente, riescono a ricomporre i cocci della vita e a concepire la propria rinascita.  Un misterioso parallelismo unisce Alda Merini (riconosciuta poetessa dopo un lungo periodo d’internamento) e Ferruccio Brugnaro (poeta operaio di Porto Marghera), legati inconsapevolmente dalla stessa voglia di resistere e di rinascere.
Nella poesia di Brugnaro la fabbrica ha l’odore della morte :
Non vogliamo maschere antigas, né a Porto Marghera né altrove. Impacchettate le vostre fabbriche, il vostro progresso. Non vogliamo la morte. Portate via la morte immediatamente”.

Allo stesso modo l’odore di morte e la mancanza di amore è qualcosa che costantemente ritorna anche nelle parole della Merini che attraverso uno sguardo dalla nostra prospettiva inimmaginabile, ci rivela:
Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che, sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita”.
Quanto riscatto c’è in una situazione estrema? Quanto possiamo sublimare la bruttezza? Quanta bellezza possiamo intravedere in una situazione disperata? La messa in scena cercherà di rendere visibili questi “scarti psichici” rimanendo in bilico fra il teatro e la danza, fra il teatro e la poesia.
Due i personaggi: una figura femminile che sarà rinchiusa (è la poesia?) e una figura maschile atemporale che intervenendo in modo sghembo favorirà, attraverso la poesia, la rinascita del personaggio femminile.
Le due figure si scontreranno e si incontreranno in una lotta feroce che è amore profondo, e la scena stessa diventerà “...uno sterminato campo di battaglia dove si combatte una guerra senza quartiere tra la ragione e la demenza, tra la vittoria e la disfatta.”

Mario Barzaghi
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